Localizzazione del canale radicolare: punti dolenti e sfida principale
I canali radicolari possono presentare un’anatomia molto variabile e il loro mancato rilevamento è una delle principali cause di fallimento del trattamento canalare. Tra i canali frequentemente non rilevati figurano il canale MB2 nei molari mascellari e, in misura minore, il canale medio-mesiale nei molari mandibolari, i canali buccali degli incisivi inferiori e il secondo e terzo canale dei premolari.1
Una delle principali sfide dell’endodonzia consiste nell’individuazione dei canali, soprattutto di quelli calcificati. I canali si sclerotizzano dalla zona coronale a quella apicale e può essere necessario rimuovere diversi millimetri di dentina sclerotica prima di trovare il canale.2
Le procedure endodontiche sono spesso eseguite con visibilità ridotta e richiedono grande precisione e attenzione ai dettagli. Frazioni di millimetro possono influenzare l’esito del trattamento. [...] L’uso dell’ingrandimento e dell’illuminazione non è più una fantasia, ma è diventato una necessità per migliorare la visione dell’area operatoria.
L’OPMI svolge un ruolo fondamentale nell’individuare i canali accessori, a qualsiasi livello essi si trovino3
I canali di piccole dimensioni possono essere rilevati utilizzando l’OPMI con un ingrandimento maggiore e con un’illuminazione medio-alta.
I canali MB2 sono spesso sclerotizzati nella camera pulpare e richiedono frese rotonde, di piccolo diametro, di lunghezza chirurgica e a bassa velocità oppure punte a ultrasuoni.
Per una maggiore precisione, la punta della fresa o dello strumento a ultrasuoni deve essere sempre visibile durante la localizzazione del canale.
Le punte a ultrasuoni flessibili precurvate sono particolarmente utili in queste situazioni.
Una volta individuati i canali, questi devono essere trattati mediante l’uso di lime manuali molto piccole.